Rosalbino di Fasanella d'Amore di Ruffano

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Rosalbino di Fasanella d'Amore di Ruffano

Rosalbino di Fasanella d'Amore di Ruffano è stato una figura preminente nel campo della storia, della genealogia e dell'araldica calabrese. Nato a Parigi nel 1919 e scomparso nel settembre 2015 all'età di 96 anni, mantenne un profondo legame con la sua terra d'origine, in particolare con Bisignano. Egli era un instancabile ricercatore e scrittore, le cui numerose pubblicazioni e saggi sono divenuti un punto di riferimento per gli studi genealogici e nobiliari, specialmente riguardo alla storia, all'araldica e alle famiglie nobili di Bisignano e della Calabria.

La famiglia Fasanella d'Amore di Ruffano, a cui Rosalbino apparteneva, è un'antica stirpe registrata nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana e residente a Bisignano. Questa magnifica dimora nobiliare sei-settecentesca, palazzo della famiglia, si stabilì in città intorno al 1530, quando Pietruccio Fasanella, nato circa nel 1507, sposò Giovanna de' Luzzi e acquisì terre feudali a Morano Calabro. L'araldica della famiglia Fasanella è caratterizzata da uno scudo d'argento con un fagiano fermo di profilo, simbolo di alta nobiltà, mentre lo stemma "d'Amore" presenta "tre monti al naturale e pellicano con la sua pietà e sanguinoso, con il sole radioso d'oro in alto". Un antico stemma dei Fasanella è visibile sul portone del palazzo omonimo e sul coretto della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Bisignano. Rosalbino stesso aveva un legame diretto con questa storia, avendo menzionato che suo nonno, Rosalbino senior, donò gratuitamente un terreno nel 1891 per la costruzione di Via Pirozzi, che consentiva l'accesso in carrozza al palazzo di Rosalbino Solima in occasione delle sue nozze. Tra i membri illustri della famiglia si annoverano Pietruccio Fasanella (morto nel 1554), Francesco Fasanella, arcidiacono della Cattedrale di Bisignano e autore di un sonetto, Vincenzo Fasanella senior, amico personale del principe Giuseppe Leopoldo Sanseverino, Vincenzo Fasanella (1847-1913), deputato provinciale, e Giuseppe Fasanella, fondatore del Monte Frumentario a Santa Sofia d'Epiro nel 1861. Il lavoro di Rosalbino Fasanella d'Amore di Ruffano ha avuto un ruolo significativo nel documentare e diffondere la storia di Bisignano, attingendo spesso a fonti primarie e alla storia della sua stessa famiglia, che si intreccia profondamente con quella della città.

Le opere e i contributi di Rosalbino di Fasanella d'Amore di Ruffano sono numerosi e fondamentali per la storiografia locale. Tra le sue opere principali vi è La Città di Bisignano e il suo Seggio (1339-1806), pubblicata a Cosenza nel 2006. Ha inoltre curato la collana Memorie Storiche di Bisignano, con l'obiettivo di "salvare dall’oblio tutto il materiale che potrà un giorno servire a meglio conoscere la storia di Bisignano". Questa collana include il Volume I: Iscrizioni e pergamene (Cosenza, 1963), il Volume II: Documenti (Cosenza, 1965), e il Volume III: Personaggi notevoli (Cosenza, 1968).

Altri contributi significativi includono la sezione Per la storia del Capitolo Cattedrale di Bisignano, presentata al convegno Bisignano e la Val di Crati tra passato e futuro nel 1993, dove ha dettagliato il vasto patrimonio del Capitolo Cattedrale di Bisignano basandosi sulla Platea di D. Umile Berlingieri e ha elencato i membri del Capitolo dal 1568 al 1672. Ha anche scritto Alcune osservazioni sulla nobiltà delle città infeudate calabresi e le famiglie del Seggio di Bisignano negli Archivi del Sovrano Militare Ordine di Malta (Cosenza, 2009), che include informazioni sull'ammissione della famiglia Luzzi all'Ordine di Malta.

Tra le sue altre pubblicazioni si annoverano la Cronologia dei Sindaci e degli Eletti dei nobili e degli onorati del Seggio della Città di Bisignano (2011), e in co-autorialità, Bisignano e Santa Sofia. Toponomastica nel XIX secolo attraverso il Libro Fondiario di Giuseppe Fasanella (Cosenza, 2008). Ha anche esplorato le origini del suo stesso cognome in Perché “di Fasanella”: ripristino filologico di un cognome storico (Cosenza, 2007), e documentato la storia della sua famiglia nel Liber Familiarum della Casa di Fasanella (960-1845) (Cosenza, 2014). Rosalbino di Fasanella d'Amore di Ruffano è stato anche co-curatore degli Atti del convegno di studi, Bisignano 14-15-16 giugno 1991, intitolati Bisignano e la Val di Crati tra passato e futuro (Soveria Mannelli, 1993). Altre sue opere includono Bisignano e San Marco unione delle due sedi vescovili dai documenti dell'Archivio Segreto Vaticano (1818-1825), e in co-autorialità, Calabria Citra: Bisignano: Onciario pubblicato a 29 luglio 1749 con altro unito delle sole vedove e vergini (Cosenza, 2007), spesso citato come riferimento per diverse famiglie bisignanesi. Ha inoltre dedicato studi specifici a famiglie locali con I Solima di Bisignano (1993) e I Loise di Bisignano (1995). Infine, ha curato una sezione sull'Araldica nobiliare nelle dimore storiche di Bisignano.

Nel 1993, ha co-fondato la prestigiosa rivista culturale "Araldica Calabrese", tutt'oggi apprezzata nel settore per il suo rigore scientifico. Rosalbino di Fasanella d'Amore di Ruffano era un Cavaliere d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta ed è stato presidente dell'Istituto italiano dei castelli, guidandone la sezione calabrese fino a pochi mesi prima della sua scomparsa. Ha lavorato per il Ministero degli Esteri e dell'Educazione Nazionale presso gli Istituti di cultura italiani all'estero, viaggiando in Africa, Francia, Spagna, Grecia e altri paesi europei. La sua cultura era una costante linfa vitale, e accoglieva volentieri nella sua casa i numerosi studiosi e appassionati di storia meridionale, mettendo a disposizione la sua ricca biblioteca personale, che aveva catalogato di persona. Si è distinto anche per le sue opere di carità, donando un terreno alla curia per la chiesa in contrada Macchia Tavola e mettendo a disposizione locali per la Caritas interparrocchiale. La sua opera ha lasciato un'eredità significativa nel campo degli studi storici e araldici, contribuendo a preservare e diffondere la conoscenza del patrimonio culturale calabrese.

Opere