Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole

Il libro "Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole" offre una descrizione dettagliata di Bisignano, città calabrese con una storia ricca e controversa. Il testo evidenzia l'antichità della città, citando storiografi che la ritengono di origini remote. Tuttavia, si mette in guardia il lettore dalle "fanciullaggini" di alcuni storici locali, come Barrio, paragonandole ai racconti fantasiosi di autori come Fiore, Amato, Marofioti e Mazzella.
L'opera si concentra sull'analisi storica di Bisignano, ripercorrendone le origini e le vicende più significative. Si menziona Tito Livio, che la chiamò "Besidias" o "Besidianum", e si ricollega alla città dei Bruzii, "Besidiae", dove i Romani stabilirono una colonia.
La sua posizione geografica viene descritta come un "alto bacino" circondato da colline, con al centro un'altura isolata, "La Motta", su cui sorge l'antica fortezza.
Si approfondisce anche l'aspetto religioso, con un'analisi della storia della diocesi di Bisignano. L'incertezza sull'istituzione del vescovado viene evidenziata, con riferimenti a Ughelli che indica Andreoneo come primo vescovo nel 743 e Aceti che riporta Ulotto come vescovo nel 970.
Si cita l'assassinio del vescovo Federigo nel 1331 e la conseguente scomunica lanciata da papa Benedetto XII. Vengono menzionati eventi cruciali come l'assedio e la conquista da parte dei Saraceni nel 1026, riportati dal cronista Pacca.
Il testo descrive la Bisignano moderna, evidenziando la "sontuosa" cattedrale con il suo numeroso clero, il seminario, quattordici chiese parrocchiali, cinque case religiose, due ospedali, due Monti di Pietà e un Monte Frumentario. Infine, si accenna ai feudatari che hanno governato Bisignano, dagli Orsini nel XVII secolo ai Sanseverino alla fine del XVIII secolo.
In sintesi, il libro presenta Bisignano come una città dalla storia complessa e affascinante, intrecciata a vicende religiose, politiche e sociali. L'analisi storica, pur mettendo in guardia dalle interpretazioni fantasiose, offre un quadro dettagliato delle sue origini, del suo sviluppo e del suo ruolo nel contesto calabrese.
Circondario di Bisignano.
Città vescovile è Bisignano esente da Metropolitano. Gli storiografi Calabresi la vogliono di una straordinaria antichità: per sostenere quell'asserto cadde il Barrio in funciullaggini, meno scusabili dei racconti favolosi del P. Fiore, del P. Amato, del Marofioti e del Mazzella. T.Livio la chiamò Besidias; vollesi che fosse chiamala anche Besidianum; modernamente il Del Re riconobbe in essa la mediterranea città dei Bruzii chiamata Besidiae in cui i Romani dedussiro una colonia. È situata in un alto bacino ricinto da colline, di mezzo al quale ne sorge una isolata detta La Motta, su cui siede l'antico fortilizio. Ignorasi l'epoca in cui la sua chiesa fu eretta in vescovado: l’Ughelli le assegnerebbe a primo pastore Andreoneo intervenuto nel 743 ad un Concilio celebrato in Roma da papa Zaccaria; poi fa succedere una lacuna di cinque secoli e mezzo circa, citando Rainaldo Vescovo nel 1182; avvertasi però che l'Aceti trovò insignito di quella dignità Ulotto nel 970. Cade qui a proposito il ricordare che nel 1331, il Vescovo Federigo fu assassinato, е papa Benedetto XII lanciò da Avignone la scomunica supra tutta la provincia. Il cronista Pacca prese registro dell'assedio posto a Bisignano dai Saraceni nel 1026, della presa fattane e dei danni che ne conseguirono. La moderna città ha una cattedrale chiamata sontuosa dall'Ab. Sacco e usffiziata da numeroso clero: il Seminario è capace di molti alunni. Vi si contano altresì quattordici chiese parrocchiali; cinque Case religiose; due Ospedali per gl'infermi; due Monti di Pietà ed un Monte Frumentario per la classe indigente. Nei primi anni del secolo XVII erano feudatario l'Orsino; sul cadere del XVIII vi esercitavano il dominio i Sanseverino.
- Attilio Zuccagni Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole, Firenze, 1845